Cyber Warfare

Oggi per tornare a casa (circa 6 chilometri) ho impiegato 4 ore, tutti i semafori erano in tilt, fissi sul rosso vicino al lavoro, tutti spenti man mano che faticosamente mi avvicinavo alla mia abitazione. La città sembrava impazzita, qualcuno è sceso dalla macchina e si è messo ad urlare, per non parlare dei numerosi tamponamenti……potrebbe sembrare l’inizio di un film apocalittico o l’ incipit di un romanzo di fantascienza eppure non è così, tutti questo è già presente e potrebbe aspettarci dietro l’angolo; si chiama Cyber Warfare. Chi la combatte potrebbe trovarsi sperduto in Alaska, o su una montagna del Tibet, basta che abbia a disposizione la rete e la tecnologia necessaria.

La forte dipendenza dalle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni rende le nazioni molto più vulnerabili alla Cyber Warfare di quanto avvenisse alcuni anni orsono; oggi, annullata la distanza fisica, gli attacchi possono partire da un qualsiasi punto del pianeta ed in qualsiasi momento.

Con il termine Cyber Warfare ci si riferisce al complesso di attività difensive (cyber-security) e offensive (cyber-attack) condotte mediante l’uso combinato e distribuito di tecnologie elettroniche, informatiche e infrastrutture di telecomunicazione. Tali attività prevedono l’intercettazione, la manipolazione o la distruzione dell’informazione e dei sistemi di comunicazione degli avversari. La guerra cibernetica non è un problema solo per le forze armate o per chi si occupa di sicurezza perché gli attacchi e lo spionaggio cibernetico si stanno spostando verso i fattori  industriali ed economici, a scopo estorsivo o di raccolta di informazioni riservate. In Cina, Russia e India la cyberguerra si combatte anche in tempi di pace. Attraverso la guerra psicologica, la guerra della disinformazione, l’intelligence, il sabotaggio e lo spionaggio digitale.

Nel caso di una vera  “cyber war” l’obiettivo degli attacchi cibernetici non è più quello di carpire informazioni e appropriarsi di proprietà intellettuali, ma distruggere apparati sensibili.

La continua evoluzione tecnologica delle cyber-armi rende estremamente complesso lo sviluppo di contromisure di sicurezza che possano tenerle a bada per lungo tempo. Proprio come accade nella lotta della ricerca medica alle malattie, prima o poi salta sempre fuori quel virus o quel batterio contro cui un vaccino o un antibiotico possono fare ben poco. E allora tocca sintetizzarne di nuovi, ricominciando dall’inizio.

Si definisce giuridicamente una cyber-arma (o cyberweapon) come “un’apparecchiatura, un dispositivo ovvero qualsiasi insieme di istruzioni informatiche dirette a danneggiare illecitamente un sistema informatico o telematico avente carattere di infrastruttura critica, le sue informazioni, i dati o i programmi in esso contenuti o ad esso pertinenti, ovvero di favorire l’interruzione, totale o parziale, o l’alterazione del suo funzionamento” (sulla base dell’articolo 615-quinquies del Codice Penale).

http://www.formiche.net/2013/07/09/italia-cyber-attack-armi-mele/

http://www.ettoreguarnaccia.com/archives/1261

http://www.forbes.com/sites/quora/2013/07/18/how-does-cyber-warfare-work/

https://www.strategypage.com/htmw/htiw/20130908.aspx

http://www.geopolitica-rivista.org/20092/guerra-cibernetica-un-altro-elemento-della-moderna-rivoluzione-bellica/

http://www.peacelink.it/cybercultura/a/39552.html

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